martedì 6 novembre 2012

CORTEO NAZIONALE CONTRO L'ALLEVAMENTO DI VISONI di Fossoli (MO)

15 dicembre 2012 
dalle 13.30 alle 18.00 
CONTRO TUTTI I LAGER
Grazie per la foto a  www.trantran.net
In Italia sono presenti una decina di allevamenti di visone e 1 allevamento di cincillà.  Per quanto riguarda gli allevamenti di visoni, la produzione annuale è stimata in 150.000 pelli.  Negli anni ’90 la produzione contava 400 mila animali uccisi all’anno. Il crollo del settore della pellicceria, insieme all’attuazione di leggi che imponevano gabbie più grandi e quindi maggiori costi per gli allevatori, e all’aumento del numero di liberazioni effettuate all’interno degli allevamenti, ha portato ad una diminuzione del numero di questi ultimi sul territorio.  
Nel 2007 una legge impose che, dall’anno successivo, gli allevamenti fossero “a terra”, ossia non rialzati e senza gabbie. Anche questa direttiva ha portato ad un aumento delle spese per gli allevatori. Alcuni hanno chiuso, altri hanno presentato ricorsi che sono stati accettati dal Ministero della Salute, che ha di fatto permesso agli allevatori di scegliere se continuare ad allevare animali col metodo tradizionale oppure riconvertirsi.  Inutile specificare che non è nostro interesse muoverci attraverso leggi: inutili prese in giro che non cambiano di fatto la sofferenza degli animali negli allevamenti. Ciò che ci interessa è la chiusura di tutti gli allevamenti, e che cessino queste uccisioni ingiustificate, compiute ogni anno nel nome della moda, del mercato e dei profitti.  
Ad oggi sono ancora prigionieri negli allevamenti 150.000 visoni, uccisi barbaramente ogni anno. L’inferno dell’allevamento inizia nelle gabbie: gli animali sono sottoposti a continuo stress, stipati in gabbie piccolissime, rialzate per far scivolare via gli escrementi, che causano dolorosissime ferite alle zampe. Inoltre, l’assoluta mancanza di spazio crea atteggiamenti aggressivi dati dallo stress e dalla reclusione: tanti gli animali costretti ad aggredirsi tra loro o che manifestano chiari comportamenti compulsivi.   

Per questi animali, la morte è una liberazione. Vivono schiavizzati e torturati, al freddo e senza potersi muovere, al termine della loro breve vita vengono uccisi tramite soffocamento con il gas, avvelenamento, un colpo di martello sul muso, elettrodi conficcati in bocca o nell’ano, o annegamento. Tutto questo per produrre pellicce o inserti per la vanità di chi, più o meno consapevolmente, è complice e mandante di queste stragi.  Questi esseri senzienti, che dovrebbero vivere liberi nei loro ambienti naturali, vengono ogni giorno torturati, stuprati e massacrati da allevatori senza coscienza, aguzzini che attuano un vero e proprio olocausto, nel nome del denaro. 


Sabato 15 Dicembre scenderemo in strada per denunciare un aguzzino tra tanti, Rossi Italo, proprietario dell’allevamento di visoni di Fossoli di Modena.   

Una doverosa sosta sarà effettuata davanti al Campo di concentramento di Fossoli, poco distante dal Campo di concentramento/sterminio di Rossi. I resti visibili di questo grande campo, attivo dal 1942 come anticamera dei campi di sterminio, ci fanno riflettere sulle modalità con cui un altro olocausto viene perpetuato sotto i nostri occhi: esseri indifesi, impauriti, ammassati in baracche strettissime, colpiti dal freddo della neve e dal gelo delle intemperie, attendono la morte tramite gassazione.  Questi animali sono discriminati in quanto “altra specie”, in quanto “inferiori” o comunque “irriducibilmente altri”.  Non esistono discriminazioni sbagliate, come il razzismo, e discriminazioni giuste, come lo specismo. Non esistono soggetti colpevoli per il semplice fatto di esistere.   
Non bisogna infatti dimenticare che la liberazione animale comprende la liberazione umana: il nostro intento è cercare di combattere e renderci sempre meno complici di qualsiasi tipo di sfruttamento. Antifascismo, antirazzismo, antisessismo e antispecismo sono e devono essere parti integranti di un’unica tensione collettiva alla liberazione totale. 

Non vogliamo chiedere leggi a quella stessa società che ha permesso queste discriminazioni, vogliamo che le persone si organizzino dal basso per garantire a ciascuno la libertà e il diritto alla vita e alla felicità.  
A tal proposito chiediamo che la manifestazione risulti a-partitica, e invitiamo esponenti di partito a lasciare a casa le bandiere (materiali e ideologiche), come invitiamo le associazioni a non venire a farsi pubblicità, ma a portare messaggi di contenuto antispecista e non autoritario.   
Ideologie discriminatorie, fasciste o chiaramente autoritare non sono quindi per niente gradite.   
Perché di tutti gli allevamenti restino macerie: severo monito alla coscienza collettiva e alla memoria. Perché nessuno possa più dire “non lo sapevo”. Perché nessuno possa più dire “ho solo eseguito gli ordini” o “faccio solo il mio lavoro”. 

Ancora una volta la Storia ci insegna che il fatto che ci sia una legge che permette di fare una cosa orribile, non la rende meno orribile.   

Ricordiamoci che per gli animali l’olocausto continua ogni giorno, ogni giorno vengono sfruttati, umiliati per il nostro divertimento o stuprati e torturati per il nostro cibo e i nostri vestiti. Prendere coscienza di ciò che ci circonda ci renderà sempre più consapevoli e quindi sempre più forti, capaci di vivere le nostre vite senza delegarne la gestione a chi guadagna e specula sugli animali e su di noi.

by Animal Empathy - antispecisti modena

https://www.facebook.com/events/376618709078978/

Nessun commento:

Posta un commento

Ti invito a commentare con parole costruttive altrimenti il tuo commento non sarà pubblicato.