martedì 8 gennaio 2013

L'arringa (spettacolo teatrale)


Dal 22 gennaio alL'8 febbraio 2013 TEATRO DUSE - BARI -VIALE DOMENICO COTUGNO, 21 - TEL.0805046979


Lo spettacolo sarà proposto al Teatro Duse di Bari per tre settimane, dal 22 gennaio fino all' 8 febbraio, dal martedì al venerdì, alle ore 21.00 (escluso sabato, domenica e lunedì)

" L' A R R I N G A "

liberamente tratto dal libro di MARIO CHIECHI

" DELLA VERIDICA STORIA DI UN CAVALLO CHE GIUDIC0' I SUOI GIUDICI "

con
RINO BIZZARRO, LINO DE VENUTO, CRISTINA SICILIANO, FLORIANA UVA

L'uomo al centro del mondo, incontrastato dominatore dell'universo, l'uomo creatore di storia e di destini, anche quelli degli animali. E se gli animali potessero parlare, cosa direbbero agli umani? - sembra chiedersi Mario Chiechi, l'autore del libro, animalista convinto.
E scrive la storia un po' vera, un po’ kafkiana, del cavallo Baionne, posto sotto processo con l’accusa di omicidio. Questo cavallo, impegnato presso una struttura di cura in un efficace rapporto di pet-theraphy, giunge “virtualmente” (ma teatralmente, in modo reale, ben visibile) in un’aula di giustizia e davanti ai giurati, all’avvocato accusatore e a quello difensore, prima al passo e poi al trotto, comincia a contestare le accuse che gli sono state rivolte, elencando, per contro, i terribili misfatti di cui gli uomini, consapevolmente o meno, si sono macchiati nel corso della storia fino ad oggi, nel rapporto violento tra loro stessi, in quello (auto) distruttivo con l'ambiente e, in particolare, nel rapporto di feroce sfruttamento degli animali. Gli uomini, giudicati da Baionne – crudeli-superbi e cinici - hanno sempre considerato le bestie, non esseri viventi che sentono e soffrono al pari degli umani, ma utilità, strumenti inferiori creati ad uso dell'uomo, nati per essere sacrificati, per essere usati come forza-lavoro e per l'industria del divertimento. Ed infine uccisi nel modo più cruento. Sulla brutale realtà della vivisezione il vecchio cavallo lancia ai falsi scienziati accuse pesantissime “per crimini contro la vita e la natura: ”se tutti quei miliardi e miliardi di animali inutilmente torturati e sacrificati, con crudeltà inaudite, urlassero tutti nello stesso istante, sulla terra avverrebbe un immane cataclisma”. Che gli animali vengano rispettati nei loro diritti naturali, chiede Baionne, che siano lasciati in pace, sia lasciata loro la loro parte di mondo. Baionne conosce già la sentenza, sarà la macellazione, diverrà cioè pezzi di carne incelofanati e prezzati esposti nei banconi-frigo dei supermercati ma “quei pezzi di carne” che finiranno prima sulle griglie, tra carboni ardenti, e poi nei piatti e nei corpi degli uomini - ricorda Baionne ai giurati - “non saranno anonimi e senza storia ma pezzi di me, di un vostro fratello, di un cavallo realmente vissuto con tutto quel che di vivo, essenziale, unico e sofferente mi è appartenuto”. Il libro con la drammaturgia e lo spettacolo che ne derivano dai contenuti forti ma intrisi anche d'ironia, di gioco teatrale e poesia, danno voce, attraverso Baionne, un cavallo nato libero come il vento, all'universo animale, all'interno di un difficile rapporto di convivenza con la specie uomo. Ed è proprio l’uomo, rileva l’autore, che deve ritornare a dare un significato alle azioni che fa: che senso hanno oggi il macabro rituale della corrida, della caccia spietata, della vivisezione, soprattutto oggi, quando la ricerca può essere condotta con validi metodi sostitutivi? La terra non sarà mai un paradiso, certo, ma sarebbe sufficiente che noi uomini ci scrollassimo un po' di dosso questo maniacale antropocentrismo. I nostri mondi, ci ricorda Baionne, non sono poi così lontani come sembra, anche gli animali in fondo sono un po’ umani e gli umani un po’ animali. Perché, suggerisce ancora Chiechi, non proviamo a sfuggire alla perversa marcatura delle diversità, IO, Tu, lui… voi….. loro. Perché non proviamo a vivere nell'unità cosmica, a sentirci semplicemente come un “noi”.
Lino De Venuto

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