É il caso di alcune associazioni dichiarantesi "animaliste" le quali propongono, per la raccolta fondi in favore di alcune specie (come cani, gatti, ma anche caprette e conigli salvati dal macello e ospitati nel loro rifugio), cene benefit a base di formaggi, salumi e filetto di maiale, pur indicando fra i loro scopi principali la difesa degli animali, la sensibilizzazione dell'opinione pubblica e la promozione di una cultura del rispetto che li riconosca come soggetti di diritti. A questo punto, la domanda che sorge un po' a tutti spontanea ovviamente è: ma cosa si intende, allora, per animali? Si tratta di un errore? Di una frettolosa e non ragionata semplificazione? Potrebbe darsi. Così come potrebbe trattarsi di un modo per fare scena, guadagnare visibilità e attirare nell'immediato maggiori consensi pur continuando ad attuare, dietro le quinte, vantaggiose discriminazioni (fino al momento della promozione di una tale cena, si intende). Tutto è possibile, in realtà, a questo mondo; ma sinceramente credo che la risposta non coincida con nessuna di quelle sopra ipotizzate.
Ho avuto modo di leggere una lunga serie di commenti riguardanti l'evento–cena di una delle associazioni in questione; gente che si accapigliava, che criticava, che faceva notare l'incoerenza; vegani contro onnivori, onnivori contro vegani, qualche vegetariano che spuntava timidamente nel mezzo. Come in qualunque discussione virtuale (e non solo), c'era chi utilizzava un tono offensivo e chi argomentava, chi usava logica e chi usava difese, chi era obiettivo e chi rigirava le questioni a proprio vantaggio. L'evento era comunque palesemente imbarazzante, e l'incoerenza tanto evidente da suscitare critiche anche da parte di chi gli animali li sfrutta senza troppe remore. (continua a leggere QUI!)
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