domenica 28 aprile 2013

Bhutan, il piccolo regno della felicità

Haa Valley, Bhutan, Douglas J. McLaughlin, September 6, 2006
Il Bhutan, minuscolo Paese asiatico sull’Himalaya, figura fra le dieci nazioni mondiali “più felici”, secondo uno studio dell’Università di Leicester, nel Regno Unito. Da queste parti infatti, nonostante le scarsissime risorse, non esiste malnutrizione, non c’è analfabetismo, violenza e criminalità hanno numeri insignificanti, la corruzione pubblica è sconosciuta e il popolo adora il re Jigme Khesar Namgyal Wangchuck,
quinto sovrano in poco più di un secolo di monarchia. Se il tutto sia spontaneo o “gentilmente accompagnato” è da vedere, ma almeno dai dati pare che Shangri-La abbia trovato la sua collocazione terrena.E non è uno scherzo: nel Bhutan la felicità è tenuta in seria considerazione, tanto che il Paese è l’unico al mondo ad avere un indice che si chiama “felicità interna lorda” – lo chiameremo Fil. Qui lo Stato, anziché fornire servizi materiali, cerca di dare le basi affinché ognuno si concentri nella personale ricerca della felicità tramite gli insegnamenti buddisti. Mahayana per la precisione. Il concetto di Fil si basa su quattro punti: la preservazione delle tradizioni nazionali, dell’ambiente, la crescita economica e il buon governo. Questa politica, inaugurata dal quarto re nel 1972, parte anche dal presupposto che il tentativo di far crescere il Pil, cioè il prodotto interno lordo, basato su valori materiali, danneggia la qualità della vita della popolazione. E grazie a questa filosofia, pare che in Bhutan si possa vivere felici con un salario medio di cento dollari americani. Il piccolo regno (grande più o meno come Lombardia e Piemonte messi insieme ndr) ha oltre il 72% della superficie coperto da foreste, 34 fiumi pulitissimi e una biodiversità da far paura. Quindi almeno la preservazione dell’ambiente funziona. (continua a leggere QUI!)


Fonte: http://iterveda.com/wp/?p=822

Altre Informazioni: 
http://it.wikipedia.org/wiki/Bhutan
http://www.viaggibhutan.it/






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