Nell’Europa dei 27 (ora 28), nel corso del 2008 sono stati vivisezionati 12.001.022 animali. Tutto ciò che vive, si riproduce e ha cuccioli può finire accecato, immobilizzato, avvelenato, amputato, reso folle in una gabbia di contenzione o su un tavolo di laboratorio: non solo topi, ratti e conigli (circa l’80% del totale) ma cavalli, asini, furetti, cincillà, gerbilli, castori, marmotte, scoiattoli di terra, tassi, foche, lontre, puzzole. Tra gli uccelli, anche le quaglie, i pappagalli e i canarini. E poi gli “animali da fattoria”: mucche, maiali, galline, pecore, capre.
Alla fantasia degli sperimentatori non c’è limite. Catturano, imprigionano e poi sperimentano sugli anfibi, sperimentano sui rettili, sui pesci e sui pipistrelli. Sperimentano sui lama, sui topi delle piramidi, sui criceti armeni.
Sperimentano sulle volpi, sperimentano sulle foche. E, naturalmente, sperimentano sui cani (21.315 individui nel 2008), sui gatti (4.088 individui) e sulle scimmie (10.449 individui). E’ tutto scritto e sottoscritto nelle 300 pagine della Sesta Relazione sulle statistiche riguardanti il numero di animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini negli Stati membri dell’Unione europea.
COME SE NON BASTASSE, i dati di Germania e Regno Unito relativi agli anni successivi confermano un terribile sospetto: il numero degli animali sottoposti a vivisezione è in netto aumento: è il primo frutto marcio della Direttiva presentata nel 2008 e approvata dal Parlamento di Strasburgo nel 2010, dove tutto è permesso e dove le procedure che riguardano gli animali transgenici (in aumento siderale) non sono regolamentate.
I Paesi che forniscono maggiori dettagli statistici per quanto riguarda il 2008 sono l'Olanda e il Regno Unito. Il primo segnala che sul proprio territorio gli animali riutilizzati più volte in esperimenti successivi sono stati 17.220 (su 500.000). Quelli utilizzati per la creazione di animali transgenici oltre 12.000: 12.052 topi, 72 ratti, 62 pesci.
Il Regno Unito, invece, segnala che solo il 40% degli animali utilizzati negli esperimenti ha ricevuto “qualche forma di anestesia”. Ma è l’unico paese a mettere per iscritto questi dati. L’aumento dei topi utilizzati negli esperimenti - quasi 700 mila animali in più - è dovuto all’aumento dei test sugli animali geneticamente modificati. E’ l’ultima trovata: dichiarare che quel che non s’è mai ottenuto con i topi “normali” ora sarà possibile ottenerlo togliendo o immettendo nuovi geni nell’organismo degli animali.
FONTE
Alla fantasia degli sperimentatori non c’è limite. Catturano, imprigionano e poi sperimentano sugli anfibi, sperimentano sui rettili, sui pesci e sui pipistrelli. Sperimentano sui lama, sui topi delle piramidi, sui criceti armeni.
Sperimentano sulle volpi, sperimentano sulle foche. E, naturalmente, sperimentano sui cani (21.315 individui nel 2008), sui gatti (4.088 individui) e sulle scimmie (10.449 individui). E’ tutto scritto e sottoscritto nelle 300 pagine della Sesta Relazione sulle statistiche riguardanti il numero di animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini negli Stati membri dell’Unione europea.
COME SE NON BASTASSE, i dati di Germania e Regno Unito relativi agli anni successivi confermano un terribile sospetto: il numero degli animali sottoposti a vivisezione è in netto aumento: è il primo frutto marcio della Direttiva presentata nel 2008 e approvata dal Parlamento di Strasburgo nel 2010, dove tutto è permesso e dove le procedure che riguardano gli animali transgenici (in aumento siderale) non sono regolamentate.
I Paesi che forniscono maggiori dettagli statistici per quanto riguarda il 2008 sono l'Olanda e il Regno Unito. Il primo segnala che sul proprio territorio gli animali riutilizzati più volte in esperimenti successivi sono stati 17.220 (su 500.000). Quelli utilizzati per la creazione di animali transgenici oltre 12.000: 12.052 topi, 72 ratti, 62 pesci.
Il Regno Unito, invece, segnala che solo il 40% degli animali utilizzati negli esperimenti ha ricevuto “qualche forma di anestesia”. Ma è l’unico paese a mettere per iscritto questi dati. L’aumento dei topi utilizzati negli esperimenti - quasi 700 mila animali in più - è dovuto all’aumento dei test sugli animali geneticamente modificati. E’ l’ultima trovata: dichiarare che quel che non s’è mai ottenuto con i topi “normali” ora sarà possibile ottenerlo togliendo o immettendo nuovi geni nell’organismo degli animali.
FONTE
Nessun commento:
Posta un commento
Ti invito a commentare con parole costruttive altrimenti il tuo commento non sarà pubblicato.