lunedì 14 ottobre 2013

Zucchero bianco: dannoso per la salute, per l'ambiente, per le popolazioni indigene! Petizione!


Come consumatore, hai un potere enorme per convincere le grandi multinazionali dell’alimentare a fare la cosa giusta. Chiedi a Coca-Cola, Pepsi e ABF che lo zucchero nelle loro bevande non sia prodotto derubando i contadini delle proprie terre!
Firma la petizione
"Quanti cucchiaini di zucchero ci sono dentro una lattina di Coca-Cola, una di Pepsi e una porzione di Ovomaltina? 7, 10 e 6 cucchiaini. Se pensi a quanto sono diffuse queste bevande nel mondo potrai immaginarti che si tratta davvero di una quantità enorme di zucchero… e per coltivarlo serve una quantità enorme di terra.
Le aziende che producono queste e altre bevande –Coca-Cola, PepsiCo e Associated British Foods (ABF) – acquistano e producono infatti enormi quantità di zucchero in tutto il mondo. Il problema però è che le loro politiche sono così deboli da non indicare da dove viene questo zucchero e come sia stato coltivato e prodotto.
Ed è proprio qui che il sapore dello zucchero diventa amarissimo per chi lo produce: dal Brasile alla Cambogia ai paesi africani, abbiamo scoperto che i fornitori di Coca-Cola, Pepsico e ABF sono implicati in una serie di dispute territoriali in cui gli unici sconfitti sono le comunità locali, private delle proprie terre e della loro principale fonte di cibo e di reddito.
Per fortuna cambiare tutto questo è possibile, e puoi farlo tu umberto! Le più grandi aziende alimentari al mondo tengono a quello che pensano i loro consumatori. E sono le stesse aziende che hanno una grande influenza sull'industria dello zucchero, e possono perciò fare la differenza per rendere lo zucchero che consumiamo davvero dolce!
Il prossimo 16 ottobre ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, e vogliamo farci sentire per avere un sistema alimentare più giusto per tutti. Unisciti a noi e chiedi a Coca-Cola, Pepsi e ABF di fare in modo che lo zucchero che usano non porti alla espropriazione di terre altrui.
Grazie di cuore,
Oxfam Italia"

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