lunedì 13 gennaio 2014

Quando la carne non serve a nulla: ferro, vitamine e proteine - Gina Galiffa

Perche' le donne vivono piu' degli uomini??
Le perdite mestruali, se da un lato sono fenomeno più patologico che normale, permettono una sferrizzazione biochimica dell’organismo.L’essere sanguigni e carichi di B12, alimentandosi a bistecche, vini e formaggi, evidentemente non paga. Come dire che il troppo ferro invecchia, appesantisce e fa morire prima del tempo, mentre un leggero stato di anemia controllata, con la B12 ai minimi termini come nel caso di tutti i vegani, non è condizione critica come erroneamente interpretato dalla solita medicina sbilenca, ma facilita la fluidificazione del sangue e permette pure di campare cent’anni.

Andiamoci piano dunque col ferro. La cura dell’anemia col sangue caldo degli animali appena sgozzati.
Nel Medioevo le donne pallide e anemiche venivano accompagnate al macello del proprio paese o del proprio rione cittadino, e sottoposte a travaso diretto di sangue caldo dall’animale appena sgozzato. A parte lo schifo e l’odoraccio, per cui già il fegato delle poverette ne risentiva pesantemente, l’effetto immediato aveva del miracoloso, ma poi all’indomani sopravveniva una forte ricaduta, e bisognava ripetere l’operazione. Alla fine, nonostante i limiti culturali di allora, si comprese che esisteva una specie di effetto sberla immediato, una stimolazione drogante seguita da inevitabile caduta depressiva. La cura del macello venne dunque ben presto abbandonata.

Certi medici di oggi, ogniqualvolta raccomandano bistecche di cavallo al sangue o amenità simili, non fanno altro che ripescare a piene mani nel loro armamentario medievale. Negli ultimi decenni, questo rigurgito di medioevo è stato assistito e teleguidato ad arte dai più grossi imbroglioni del pianeta, ovvero dai filo-macellai della FDA (Food and Drug Administration).Per quasi mezzo secolo, la FDA non ha fatto altro che truffare e pervertire la verità e i dati fondamentali, imponendoli al mondo intero come fossero le tavole di Mosè.

Negli anni 70 le sue quote minime proteiche giornaliere stavano sui 300 grammi al giorno, negli anni 80 erano calate ai 200, col Terzo Millennio erano state decurtate a 100, e attualmente tengono duro a fatica alla quota di 75, di fronte alla rigorosità inflessibile delle scuole igienistiche ANHS che da un secolo ammoniscono l’umanità a rispettare il livello proteico di 11-25 grammi giornalieri, visto che 11 grammi è la quota massima assorbibile da un infante umano (che è il più avido assimilatore di proteine del latte materno), e che oltre i 25 grammi ha inizio il micidiale fenomeno dell’acidificazione del sangue.

Ma, a questa escalation aggiustativa sulle proteine, non ha corrisposto un’altrettanto logica riduzione delle quote della vitamina B12, coi minimi spaventosamente gonfiati a 152 pg/ml (anziché agli 80 pg/ml che erano stati più coerentemente stabiliti dalla WHO), ed un altrettanto aggiustamento al rialzo della vitamina C, che sta tuttora su quote scandalose di 40-60 mg/giorno, quando l’esperimento di Cambridge ed anche le spinte di molti ricercatori portano tale livello a 400-800 mg/giorno. Sappiamo come la B12 sia legata alla carne e come la vitamina C, sua antagonista, sia legata alla frutta ed alle verdure crude. Queste gravissime sistematiche balle, tutte congegnate nella direzione di un maggiore consumo di proteine animali, mettono in chiara evidenza l’anima venale e carnivoristica degli enti alimentari di questo pianeta, nonché delle istituzioni sanitarie, alle Asl, e dei medici in generale che seguono ad occhi chiusi quanto si decide ad Atlanta.

Le diete alto-proteiche stile Atkins sono state non a caso accusate di aver provocato nel mondo intero un forte aumento percentuale di cancro e cardiopatie. E l’esperimento epocale di Cambridge2000 venne fatto proprio per appurare la verità su questi dubbi atroci, dando la prova del nove che tali sospetti erano più che giustificati. L’esperimento coinvolse decine di migliaia di persone e durò 20 anni. Chi mangiava frutta 5 volte al giorno e verdura cruda a pranzo e cena, rigorosamente senza nessun integratore, nessuna vitamina sintetica e nessun farmaco, schivava ogni malattia ed in particolare le due citate patologie killer. Chi mangiava proteine animali e cibi cotti si ritrovava prima o poi ricoverato nei reparti di cardiologia o in quelli di oncologia.

Le diete successive alla Atkins, tipo la Zona, la South Beach, la Gruppi Sanguigni, le varie diete ad indice glicemico, la Lemme e simili, si sono mosse e si muovono sulla stessa disgraziata e fuorviante direzione, essendo tutte basate sul marchiano errore basso-carbonico che si trasforma in un assurdo non-alimentarsi, in un divieto al proprio alimento basilare, ed in un conseguente integrarsi chimicamente con false vitamine e falsi minerali, mentre le alte quote proteiche provvedono non a nutrire ma ad avvelenare e quindi a stimolare il cuore e tutti gli organi nel faticosissimo lavoro di espulsione dei residui di tali porcherie.

Vitamina B12, Omega3 e Ferro-Eme, il tridente fasullo del carnivorismo
A corredo della B12 e di concetti tipo l’Omega3 da pesce (vedi soprattutto la Zona di Sears), c’è stata pure l’altra operazione truffaldina da parte della carnofilia mondiale, e mi riferisco alla differenziazione tra ferro-eme (di origine animale) e quello non-eme (di origine vegetale).Il più veloce assorbimento del primo rispetto al secondo è stato presentato per anni come carta vincente dei carnivori e degli onnivori contro i vegetariani, come prova della superiorità delle cosiddette proteine nobili.Ma le bugie hanno le gambe corte.

L’assorbimento salubre del minerale dev’essere necessariamente lento e progressivo
Oggi sappiamo esattamente come stanno le cose.Sappiamo che quell’assorbimento veloce rappresenta un’irregolarità patologica e non un vantaggio per l’organismo. Col ferro non-eme dei vegetali crudi non accade alcuno stravolgimento interno ed il corpo ha il tempo di estrarre ed assimilare davvero quello che più gli serve e gli aggrada. La saggezza del corpo ha profonde implicazioni per la salute e la longevità.

Il ricorso massiccio agli integratori
Una ennesima operazione malandrina, tuttora in corso a livelli mastodontici, è quella del ricorso massiccio e continuo agli integratori, ignorando le leggi naturali del creato ed alla necessità assoluta di ricorrere esclusivamente all’apporto di minerale organicato (vedi mia tesina Nessun minerale vale se privo di vibrazioni).Il corpo lavora a ritmo di sinergie, a ritmo di assorbimenti basati sulla legge del minimo, scoperta da Liebig, ma appartenente ai normali comportamenti della natura, per cui gli apporti intensivi di un minerale non portano ad alcun risultato positivo, all’infuori dell’effetto veleno-stimolo.La sinergia, nel caso del ferro, si gioca principalmente sull’asse ferro-rame-manganese, che sono alleati e compatibili, nonché su quello rame-zinco, che sono pure complementari.

Nessun minerale vale se privo di vibrazioni. Il corpo lavora a ritmo di sinergie, a ritmo di assorbimenti basati sulla legge del minimo, scoperta da Liebig, ma appartenente ai normali comportamenti della natura, per cui gli apporti intensivi di un minerale non portano ad alcun risultato positivo, all’infuori dell’effetto veleno-stimolo. La sinergia, nel caso del ferro, si gioca principalmente sull’asse ferro-rame-manganese, che sono alleati e compatibili, nonché su quello rame-zinco, che sono pure complementari.

Il ferro in sé non è il vero problema
La prova che molte anemie non sono causate da semplicistica carenza di ferro sta nel fatto che molti anemici hanno ferro in sovrabbondanza, ma nella forma sbagliata, nei punti sbagliati e coi compagni di viaggio sbagliati. Assumere dosi di ferro da integratori, o abbondanti cibi fortemente caratterizzati dal ferro come le alghe, può portare a squilibri nel manganese o nel rame, e quindi pure nello zinco, con effetti negativi ad esempio sulla tiroide.


Il contenuto in ferro dei principali alimenti crudi
i semi di zucca (11.2), i semi di sesamo (10.5), i semi di girasole (7.1), il miglio (6.8), le mandorle (4.7), il riso nero (4.2), l’uvetta secca (3.5), le noci (3.1), il tarassaco (3.1), i datteri (3.0), la lattuga (2.0), le castagne (1.7), il crescione (1.7), il riso integrale (1.6), i broccoli-cavoli-cavolfiori (1.1), i cetrioli (1.1), gli asparagi (1.0), il riso bianco (0.8), la banana (0.7), la carota (0.7), i fichi (0.7), la patata (0.6), l’anguria (0.5), il pomodoro (0.5), la mela (0.3), i succhi d’arancia e di pompelmo (0.2).

Ferro-eme dalle bistecche al sangue. 
Questa teoria è stata smontata ampiamente già in epoca medievale, quando gli anemici venivano portati direttamente dai medici nel macello, facendo autentici travasi di sangue dal vitello agonizzante al paziente, che nel giro di un’ora diventava bello pimpante e nei tre giorni successivi aveva forti ricadute, per cui appariva chiaro il ruolo drogante e non risolvente del sangue animale.
Vitamina B12. La più grande truffa ordita dalla FDA nel dopoguerra, portando il minimo corretto che la WHO aveva fissato in 80 pg/mL, agli attuali 157 pg/mL, quando tutti i vegani stanno in ottime condizioni di salute intorno al livello 100, e denotano in genere un alto livello di folati B9.La B12 viene usata ovviamente come arma ideologica per minare le basi del veganismo ed evidenziare la sua pretesa incoerenza ed imperfezione. Una teoria perfetta vegana non può infatti reggersi grazie a una vitamina presa a prestito dalle carni e dagli escrementi.
Omega-3 da pesce, da balena, da delfino e da tonno, quando gli Omega-3 più validi ed assimilabili stanno nelle prostaglandine della frutta da guscio, tipo mandorle, noci e pinoli.
FONTE

Povertà, Fame nel Mondo e Consumo di Carne (video)

Vegan Per le persone, per il Pianeta, per gli animali! (video)

Il miglior discorso che potrai mai sentire: Gary Yourofsky (video)

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