I have a dream proclamò in un giorno divenuto indimenticabile Martin Luther King, nero in un paese di neri umiliati dai bianchi: sognò che la fratellanza prendeva il posto dell’odio, che la libertà e la giustizia sostituivano l’oppressione, che dalla disperazione, nasceva la speranza.
Anche noi abbiamo un sogno: e anche il nostro è un sogno di giustizia, di riscatto, di trasformazione epocale, che urge verso la sua necessaria realizzazione.
Il nostro è il sogno di vivere in un mondo dove ogni essere vivente abbia diritto al rispetto; di spezzare per conto degli animali l’ultimo anello della catena in cui il più forte abusa del più debole.
Il nostro è il sogno che la crudeltà verso gli animali venga considerata abbietta anziché normale; che la violenza contro di loro venga punita anziché regolamentata dalle leggi; che sia considerato sopruso ucciderli e mangiare la loro carne; che si secchino i fiumi di sangue giornalmente versati da animali massacrati nei mattatoi; che cessino le torture su animali ridotti all’impotenza sui tavoli dei laboratori; che chi guarda con orgoglio il grosso pesce guizzante e agonizzante con l’amo ancora in bocca sostituisca al vanto la vergogna; che chi fa spettacolo, e chi di quello spettacolo gode, con il toro massacrato e ucciso sia considerato sadico anziché coraggioso;
Noi abbiamo un sogno:
che i più sfruttati, maltrattati, violentati tra gli esseri viventi, privi di voce e di diritti, non siano più le vittime predestinate dell’aggressività umana destinata all’impunità.
Noi abbiamo un sogno:
perché senza la fine della violenza sugli animali, nessun progresso sarà mai tale; né la vittoria sul dittatore avrà valore se il nuovo vincitore ancora festeggerà con tavole imbandite con le solite vittime.
Anche noi abbiamo un sogno: e anche il nostro è un sogno di giustizia, di riscatto, di trasformazione epocale, che urge verso la sua necessaria realizzazione.
Il nostro è il sogno di vivere in un mondo dove ogni essere vivente abbia diritto al rispetto; di spezzare per conto degli animali l’ultimo anello della catena in cui il più forte abusa del più debole.
Il nostro è il sogno che la crudeltà verso gli animali venga considerata abbietta anziché normale; che la violenza contro di loro venga punita anziché regolamentata dalle leggi; che sia considerato sopruso ucciderli e mangiare la loro carne; che si secchino i fiumi di sangue giornalmente versati da animali massacrati nei mattatoi; che cessino le torture su animali ridotti all’impotenza sui tavoli dei laboratori; che chi guarda con orgoglio il grosso pesce guizzante e agonizzante con l’amo ancora in bocca sostituisca al vanto la vergogna; che chi fa spettacolo, e chi di quello spettacolo gode, con il toro massacrato e ucciso sia considerato sadico anziché coraggioso;
Noi abbiamo un sogno:
che i più sfruttati, maltrattati, violentati tra gli esseri viventi, privi di voce e di diritti, non siano più le vittime predestinate dell’aggressività umana destinata all’impunità.
Noi abbiamo un sogno:
perché senza la fine della violenza sugli animali, nessun progresso sarà mai tale; né la vittoria sul dittatore avrà valore se il nuovo vincitore ancora festeggerà con tavole imbandite con le solite vittime.
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