giovedì 28 novembre 2013

E ORA LA TERRA CI PRESENTA IL CONTO DA PAGARE (con gli interessi) - Franco Libero Manco

Autore sconosciuto
Nel giro di pochi decenni la temperatura terrestre si è innalzata di un grado e questo porta gradualmente allo sciogliersi dei ghiacciai dei poli che riversano negli oceani microrganismi imprigionati da millenni, probabilmente incompatibili con la vita ora presente nei mari, che saranno a loro volta assorbiti dalla popolazione marina e che entreranno nel circuito alimentare degli umani che se ne nutrono con effetti imprevedibili anche per la loro salute.

L’eccezione degli eventi climatici, diventata regola, è dovuta soprattutto all’inquinamento dell’atmosfera, a causa della distruzione delle foreste, degli allevamenti intensivi, delle immense distese di mono colture (a loro volta dovute al consumo di carne), alla la cementificazione del suolo, alle costruzioni ai margini fluviali ecc. Un’enorme percentuale della superficie terrestre è stata coperta con le città e le strade. E a questo si aggiunge l’indifferenza della gente e la disonestà delle grandi lobby improntate al profitto. E l’umanità cresce, cresce, cresce, divorando il suo stesso organismo come un’inarrestabile melanoma.

Durante l’anno zero, cioè la nascita di Cristo, la popolazione mondiale era di circa 350 milioni di anime; nel 1800 era di 700 milioni e nel 1830 raggiunge un miliardo di unità. Un secolo dopo la terra ospita 2 miliardi di esseri umani e nel 1975 raggiunge i 4 miliardi. Oggi, 2013, la popolazione mondiale è di circa 7 miliardi, e la previsione, calcolata secondo l’incremento progressivo, lascia supporre che l’umanità sarà di 100 miliardi entro la fine del secolo.

Ma parlare di carne è come parlare del diavolo in chiesa. Io porrei una domanda a coloro che in televisione dibattono su queste problematiche: se la condizione per far cessare gli alluvioni, i tornati, le bufere, gli tsunami ecc. fosse quella di rinunciare alla bistecca, quanti sarebbero disposti ad aderire? Se la condizione per debellare le malattie che stanno decimando il genere umano fosse quella di rinunciare al pollo, alle fettina di vitella, alle aragoste, quanti di coloro che in televisione si ubriacano di parole inutili, sarebbero disposti a rinunciare? Pochi o nessuno. Anche le vittime di questa situazione allarmante, se poste davanti alle stesse condizioni difficilmente accetterebbero di rinunciare alle braciole di maiale.

Questa è la civiltà degli ipocriti; allora occorre che siamo disposti a subirne le conseguenze della natura violentata, vilipesa, oltraggiata per secoli, con il silenzio di santa romana chiesa che nei fatti continua ad aderire ai dettami biblici “soggiogate la terra, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra” (Gen 1,28), come si trovò ad affermare Giovanni Paolo II il 12 ottobre 1981, in un messaggio al popolo brasiliano, trasmesso in cento lingue, nell’Enciclica “Laborem Exercens”: “L’uomo ha la missione, il dovere, la facoltà piena di soggiogare la terra”.

Tutti gli studi e le ricerche effettuate in questo campo sono finanziate da chi le paga, e i risultati mirano a tranquillizzare la popolazione affinché non cambi il suo stile di vita per non danneggiare le multinazionali dell’alimentazione, chimico-farmaceutiche e petrolifere. E ognuno di noi ha contribuito per ignoranza o per disinteresse, con il suo stile di vita, cedendo alle lusinghe delle tendenze propinate subdolamente dalle grandi lobby.
Quello che sta succedendo oggi, e che succederà anche domani, lo andiamo dicendo da trent’anni, ma naturalmente era come gridare in un deserto. La storia dell’uomo si ripete senza che mai riesca a vivere di esperienza e acquisire maggiore saggezza. Il nemico viene dalle grandi lobby che falsano le informazioni al cui fascino però la gente comune finisce col credere, perché “la gente vuole avere buone notizie sulla sua cattiva condotta”. 
Ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. 
E quando una persona, per quanto tollerante possa essere, quando viene per molto tempo violentata prima o poi reagisce, e spesso in modo violento, come sta succedendo con i fenomeni naturali. 
E tutto questo purtroppo è solo l’inizio.

Qualche dato.
Ogni giorno si scaricano nell’aria 40 milioni di metri cubi di anidride carbonica.
Ogni mucca ogni anno produce gas quanto un’automobile per 70.000 km .
Gli allevamenti sono responsabili dell’80-90% di emissioni di ammoniaca che provocano le piogge acide. 
100 milioni di tonnellate è la quantità di metano prodotta in un anno dagli animali d’allevamento.
Il 51% delle emissioni dovute ai gas serra sono dovute all’industria della carne.
Com’è noto, i gas serra sono i fattori maggiormente implicati nel fenomeno del riscaldamento globale della terra, con le note ripercussioni climatiche a livello planetario.
Il biossido di carbonio generato per produrre una sola bistecca è pari alla quantità prodotta da un’automobile per 40 km .

Secondo le proiezioni pubblicate dalla Fao l'attuale modello culturale e la diffusione del consolidato stile di vita occidentale porterà la produzione di carne a più che raddoppiare entro il 2050 (arrivando dagli attuali 228 milioni di tonnellata 463 milioni).

Ma rassicuriamoci, gli esperti di turno ci dicono che tutto questo è normale, che tutto sommato sono fenomeni eccezionali che rientrano nella norma dei cicli naturali.

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