venerdì 3 gennaio 2014

Caccia in Libano – Un dramma senza limiti nei 20.000 scatti pubblicati dal CABS - Geapress

Thanks to: STOP Hunting Crimes in Lebanon






Cicogne, Aquile, Falchi e molto altro ancora all'interno dei carnieri. I protezionisti: 600.000 fucili sparatutto dove la caccia è vietata



GEAPRESS – Monte Libano e Anti Libano, le due catene montuose che nel paese dei cedri costituiscono una sorta di doppia spina dorsale con in mezzo la Valle della Beqā. Per due volte all’anno, il passaggio dei migratori. Ad attenderli, 600.000 fucili che uccidono senza controllo.
La costa orientale del Mediterraneo si trova infatti lungo una delle principali correnti migratorie al mondo. Su di essa confluisce il flusso di decine di milioni di uccelli che ogni anno, nel corso della migrazione primaverile, inondano sia l’Europa che l’Asia. In autunno, invece, il percorso si inverte. Tutti verso l’Africa ed in minor misura la penisola arabica, fucili permettendo.
Una situazione venatoria disastrosa che il CABS (Committee Against Bird Slaughter) l’associazione internazionale specializzata nei campi antibracconaggio ove operano anche molti italiani, ha  deciso di denunciare in un account facebook che mostra in tutta la sua drammaticità  quanto ovviene  in quel paese. STOP Hunting Crimes in Lebanon; nudo e crudo quanto mostrato dagli stessi cacciatori. (Continua a leggere QUI!) 

FONTE GEAPRESS

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