Questo secondo digiuno per i diritti degli animali
è iniziato la sera del 19 gennaio ed è terminato il 28 marzo 2014 alle 12 circa.
Ho ricevuto critiche per aver iniziato a negare cibo al mio corpo,
senza aver chiesto autorizzazioni.
Alcuni, leggendo queste mie parole, avranno sorriso.
Anche io ho sorriso ascoltando queste critiche.
Un movimento, se ritieni di farne parte, ha delle regole. Scritte e non scritte.
Una protesta così radicale ed estrema, sicuramente avrebbe potuto
ottenere maggiore impatto se sinergica ad una serie di azioni sincrone e coerenti
provenienti dal movimento antispecista.
Quindi iniziare, senza comunicare alle varie, e troppe, "associazioni", l'inizio del digiuno
lo ha privato di questo supporto.
Ma potevo aspettare? E se avessi aspettato, avrei avuto il supporto sincrono e coerente
dal movimento antispecista nazionale?
Alla luce dei fatti accaduti in questi 68 giorni, credo di poter affermare,
senza timore di essere contraddetto razionalmente, che no,
non avrei avuto comunque un supporto adeguato
all'eccezionalità dell'arma non violenta messa sul campo.
Questo supporto, adeguato, non è comunque subentrato nel corso della protesta non violenta.
Ricordo, i fatti vanno ricordati e discutere coi fatti è credo inutile, che alla manifestazione del 15 marzo 2014,
per denunciare il clima di censura mediatica che lo sciopero della fame subiva fin dal suo inizio,
eravamo una trentina di attivisti.
Manifestazione richiesta a gran voce nei social network e puntualmente non partecipata.
Messa in atto in una città, Bologna e di sabato pomeriggio, facilmente raggiungibile da gran parte di Italia.
Eravamo in trenta sotto le redazioni dei quotidiani La Repubblica e L'Unità.
Nonostante l'indifferenza del mondo "animalista" abbiamo sfondato il muro omertoso dei media,
abbiamo ottenuto uno spazio su questi due mass media "nemici" e, non credo casualmente,
dal giorno dopo la censura nazionale è iniziata a crollare.
E' seguita una serie di articoli in un crescendo di "illuminazione mediatica" sfociato in uno spazio,
impagabile, sul TG5 per interesse diretto del direttore Clemente Mimun,
a quanto mi è stato detto direttamente dagli operatori Mediaset.
Parallelamente le firme della petizione hanno ricevuto
un notevole incremento per effetto del supporto mediatico.
Sul lato politico, contrariamente, è rimasta la stessa paralizzante indifferenza mostrata dal governo regionale a guida PD.
La mia opinione è che questa indifferenza di Vasco Errani e resto del clan PD
non sia dovuto solo all'effetto efficace delle pressioni lobbistiche
dei mondi venatorio, agricolo e dell'allevamento industriale.
Mondi che non vogliono un aumento di rispetto per gli animali in quanto comporta
un aumento di diritti degli animali e un aumento di doveri per chi li sfrutta.
Questo muro sordo del governo regionale, mi spiace dirlo, ha gioco facile di fronte all'inadeguatezza
di certi attori "antispecisti".
Come definire altrimenti l'appello a interrompere il mio digiuno nel momento di massima efficacia?
Invece di sfruttare, come ho chiesto senza sosta, la mia sofferenza per ottenere risultati al tavolo della trattativa con la politica, mi è stato chiesto di fermarmi!
Politicamente, strategicamente privo di logica e senso.
Credo che i nostri avversari abbiano riso di noi.
Non lo si puo' dimenticare, non prenderne atto di questo errore tattico.
Per evitare di ripetere in un futuro anche prossimo, gli stessi errori,
pagati dagli animali sfruttati con sofferenza e privazioni di ogni genere, non dimentichiamolo.
Per cui deve essere chiaro, che l'appello a fermarmi non ha avuto, in quanto non doveva averne, su di me alcun effetto diretto, nella decisione di interrompere lo sciopero della fame.
Ho deciso di fermarmi perché non potevo più far finta di non vedere, continuare a sperare in una reazione
del movimento che non si innescava nemmeno con 68 giorni di sofferenza e rischi estremi per la mia salute.
68 giorni trascorsi di fronte ad una "telecamera web" tramite la quale ho pubblicato tutto quello che ho vissuto. Dal dolore, alle analisi del mio corpo, ai tentativi di alcuni personaggi inquietanti di farmi ricoverare in psichiatria con prove artefatte ed illegali. Oltre a colpi alle spalle portati da traditori con cui avrò modo, al momento opportuno di regolare i conti quando sarò uscito dal mio stato di debolezza che non è cessato, si sappia, con lo stop del digiuno.
Da 48 ore mi nutro con sofferenza. Il mio apparato gastroenterico è reduce dall'inazione forzata di due mesi. Manifesta dolore ad ogni cibo introdotto. Il dolore che si prova a introdurre un quantitativo di cibo esagerato come in certe ricorrenze culinarie. Solo che per me questo dolore lo sento con quantità minime di cibo.
Ho deciso di fermare lo sciopero della fame anche perché desidero partecipare alla costruzione di un movimento politico antispecista che sia all'altezza delle sfide che dovrà affrontare contro un sistema economico industriale che ha eguali credo solo nel sistema industriale militare.
A partire da me che ho lacune notevoli ma parallela consapevolezza delle mie carenze,
il movimento deve investire energie e risorse nella formazione "di professionalità" capaci
di interpretare gli eventi, avere una reattività adeguata all'importanza degli stimoli e saper impostare
atti politici forieri di risultati concreti per gli animali non umani maltrattati.
Che non aspettano parole inutili.
Aspettano leggi valide ed applicate.
Chi crede in questo modo di fare politica per i diritti degli animali, rimanga in contatto con me.
Nel giro di pochi giorni metterò a disposizione una mailing list a cui potrete gratuitamente iscrivervi.
Tramite questo strumento mediatico annuncerò, nel giro di poche settimane importanti iniziative.
Earth First!
Davide Battistini
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